MELASMA

16.02.2013 20:48

 

Trattamento non invasivo del melasma con sistema di veicolazione transdermica a rilascio rapido

 

Cos’è il melasma?

Il melasma detto anche cloasma si manifesta prevalentemente sul viso sottoforma di macchie irregolari grigio-marrone che possono comparire sulle zone fotoesposte.

Cause della formazione del melasma

La formazione del melasma è dovuta ad una sovraproduzione di melanina in specifiche aree: il pigmento accumulandosi porta allo sviluppo della macchia.

Le cause sono ancora in fase di studio, e la comunità scientifica è unanime sull'attestare una predisposizione ereditaria sulla formazione del melasma. Molto probabilmente è causato dagli estrogeni ovvero ormoni femminili. Attualmente si pensa che questi ormoni stimolino i melanociti (cellule della pelle) a produrre una quantità di melanina superiore a causa di esposizione solare o lampade abbronzanti.

Chi è maggiormente colpito?

Le donne, in particolare in gravidanza (in questo caso viene chiamato maschera gravidica) o a causa di assunzione di anticoncezionali. In caso di gravidanza nella maggior parte dei casi regredisce spontaneamente. Solitamente le donne colpite sono di carnagione chiara.

Il melasma è pericoloso?

No. Viene considerato un inestetismo estetico, da non confondere con il melanoma (neoplasia della pelle).

Come si può risolvere il melasma?

Con metodiche non invasive che disgregano la melanina in eccesso depositata nello strato corneo e ne bloccano la produzione in modo da evitare recidive. Tali metodiche possono essere applicate con successo anche per altri tipi di macchie cutanee.

Chi può trattare il melasma?

Il medico. Può distinguere il melasma da altre tipologie di macchia cutanea utilizzando una particolare luce UV, chiamata Luce di Wood. Questo esame consente anche di capire se la macchia è di tipo superficiale o profondo.

Esposizione solare

È consigliabile non esporsi al sole durante il trattamento finchè la macchia non è scomparsa o quantomeno proteggere il volto anche con un semplice cappello. Possono essere applicate, su consiglio del medico, creme protettive ad altissima protezione.

Letteratura Scientifica del sito che affronta il tema "Trattamento non invasivo del melasma con sistema di veicolazione transdermica a rilascio rapido":

Sandro Colaiuda, Claudia Capogrossi, Maria Caterina Fortuna, Fabio Colaiuda, Alfredo Rossi.

Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Dipartimento di Malattie Cutanee-Veneree e Chirurgia Plastica-Ricostruttiva
Dir. Prof. S. Calvieri

Riassunto

Obiettivo dello studio è stato valutare l’efficacia e la sicurezza dell’utilizzo di un sistema di veicolazione transdermica in associazione con un fitocomplesso a base di acido kojico 1% nel trattamento del melasma. Sono state sottoposte a trattamento 25 pazienti di sesso femminile affette da melasma. L’efficacia del trattamento è stata valutata mediante il punteggio MASI (Melasma Area and Severity Index).
risultati ottenuti mostrano buona efficacia, rapidità di esecuzione, sicurezza e costi contenuti del sistema di veicolazione transdermica utilizzato. Sono tuttavia necessari ulteriori studi per la conferma dei risultati ottenuti.

Introduzione

Il melasma è una ipermelanosi acquisita ad eziologia multifattoriale caratterizzata da chiazze di colore grigio-marrone che interessa le zone fotoesposte e che si manifesta prevalentemente al volto con una alterazione della pigmentazione caratterizzata da un incremento localizzato o diffuso della melanina a livello epidermico e dermico (1). Le terapie convenzionali attualmente disponibili, tra cui laser-terapia (2-6) e peeling chimico (7-11), risultano il più delle volte inefficaci a medio e lungo termine per la comparsa di recidive. Grekin et al (12) non osservarono alcun miglioramento in pazienti affette da melasma e trattate con dye laser. Fitzpatrick et al (13) utilizzarono con successo un dye laser nel trattamento delle iperpigmentazioni postinfiammatorie, ma non osservarono risultati nei casi di melasma. Goldberg (14) e McBurney (15) osservarono miglioramenti dopo il trattamento delle iperpigmentazioni, utilizzando rispettivamente un Q-switched ruby laser ed un argon laser, seguiti dopo poco tempo da comparsa di recidive. Wanitphakdeedecha et al (16) osservarono la comparsa di recidive dopo trattamento del melasma epidermico con Er:YAG laser. Wattanakrai et al (17) riferiscono comparsa di recidive in pazienti affetti da melasma dermico o misto e trattati con Q-switched Nd:Yag laser. La migliore strategia di intervento si basa nell’utilizzo simultaneo di più sostanze ad azione schiarente e depigmentante (18-25) le quali agiscono riducendo la formazione di nuova melanina e favorendo la rimozione di quella già depositata a livello dello strato corneo. Guevara e Pandya (20) hanno dimostrato la sicurezza e l’efficacia di una crema a base di idrochinone 4% tamponato con acido glicolico 10%, vitamina C, vitamina E. Espinal Perez et al (24) confrontarono i risultati del trattamento del melasma utilizzando su metà viso una crema a base di acido ascorbico 5% e sull’altra metà una crema a base di idrochinone 4%. Lim (26) osservò un miglioramento utilizzando un gel a base di acido kojico 2%, acido glicolico 10% e idrochinone 2%. Azzam et al (27) valutarono l’efficacia dell’acido tricoloroacetico 20% rispetto alla soluzione di Jessner (resorcinolo, acido salicilico, acido lattico) e ad una crema a base di idrochinone 2% e acido kojico. Sulla base di queste considerazioni è stato condotto uno studio su un gruppo di 25 pazienti di sesso femminile affette da melasma per valutare l’efficacia e la sicurezza dell’utilizzo di un sistema di veicolazione transdermica dotato di un generatore di energia ad impulsi in radiofrequenza in associazione con un fitocomplesso a base di acido kojico 1% capace di ridurre la biosintesi di melanina attraverso l’inibizione dell’enzima tirosinasi a diversi livelli e con differenti meccanismi d’azione: riduzione della biosintesi di nuova melanina attraverso l’inibizione dell’attività dell’enzima tirosinasi con un meccanismo di chelazione degli ioni rame e di competizione con la DOPA per il legame con i recettori della tirosinasi; blocco delle reazioni di ossidazione intermedie della fase non enzimatica; inibizione del trasferimento della melanina neoformata dai melanociti ai cheratinociti.

Materiali e metodi

Dal gennaio 2008 al dicembre 2009 sono state sottoposte a trattamento 25 pazienti di sesso femminile con età compresa tra 24 e 63 anni (età media 49,6 anni) affette da melasma del volto. Tutte le pazienti hanno sottoscritto il consenso informato prima di essere reclutate per lo studio. Il fitocomplesso è stato testato per allergie da contatto con un patch test, letto a 48 e 72 ore. Per l’inquadramento nosografico del melasma è stata utilizzata la luce di Wood (28) che ha evidenziato in 10 pazienti (40%, età media 55,2 anni) melasma superficiale e in 15 pazienti (60%, età media 38,5 anni) melasma profondo. Tutte le lesioni sono state documentate fotograficamente. Il fitocomplesso a base di acido kojico 1% è stato veicolato con un sistema di veicolazione transdermica a rilascio rapido (Endosit NIR, Winform) dotato di un generatore in grado di emettere energia ad impulsi in radiofrequenza a 480 KHz e una corrente modulare in bassa frequenza a 10 Hz, collegato ad un manipolo con elettrodo in acciaio (diametro 25 mm, spessore 3 mm) e ad una piastra di ritorno, neutra. È stata impostata per l’intera durata di trattamento la modalità operativa VEICOLAZIONE a basso trasferimento energetico (potenza del generatore: 25%). Prima di ogni seduta di trattamento l’area interessata è stata accuratamente detersa per fluidificare ed asportare il film idrolipidico, favorendo la successiva veicolazione del fitocomplesso. Al termine di ogni seduta la zona trattata è stata tamponata con soluzione di sodio bicarbonato 10% ed è stato applicato un preparato a base di collagenasi + cloramfenicolo, 3 volte al giorno per i 5 giorni successivi. Per l’intera durata dello studio le pazienti hanno applicato quotidianamente un filtro solare ad alta protezione SPF 50+. La durata della singola seduta è stata di 3 minuti per lesione, durante la quale sono stati veicolati circa 2 ml di prodotto. La frequenza delle sedute è stata 1 volta a settimana. A fine trattamento è stato effettuato il controllo mediante confronto fotografico. L’efficacia del trattamento è stata valutata confrontando il punteggio MASI assegnato alle lesioni all’inizio dello studio (T0), al termine delle sedute (T1) e al controllo a 1 mese (T2), 6 mesi (T3) e 12 mesi (T4).

 

Risultati

Ciascuna paziente ha ben tollerato il trattamento e non si sono verificati effetti collaterali. Sono state necessarie da 4 a 6 sedute per il trattamento del melasma superficiale in 8 pazienti. Due pazienti affette da melasma superficiale hanno richiesto, rispettivamente, 6 e 8 sedute. Nei 15 casi di melasma profondo sono state effettuate da 8 a 10 sedute. Si è potuto osservare un progressivo e costante miglioramento delle lesioni con evidente diminuzione della componente pigmentata a partire dalla 2ª seduta in tutte le pazienti. Nei casi di melasma superficiale (tab. 1) si è avuta la totale scomparsa delle lesioni in 5 pazienti dopo 4 sedute e in 3 pazienti dopo 6 sedute. Una paziente (fig. 1 e 2) ha riportato un’attenuazione dell’area pigmentata rispetto alla lesione iniziale dopo 6 sedute (punteggio MASI da 6,3 a 1,8); una paziente ha mostrato un’attenuazione dell’area pigmentata rispetto alla lesione iniziale dopo 8 sedute (punteggio MASI da 9,6 a 3,6).

Nelle pazienti affette da melasma profondo (tab. 2) si è osservata la totale scomparsa della lesione ipercromica dopo 8 sedute in 10 casi, e dopo 10 sedute in 2 casi. È stato osservato un miglioramento rispetto alla lesione iniziale in 3 casi (punteggio MASI da 4,5 a 0,6; da 6 a 0,9; da 7,2 a 1,2). Il successivo follow up è stato condotto a 1, 6 e 12 mesi su 11 pazienti; a 1 e 6 mesi su 9 pazienti; a 1 mese su 5 pazienti. In tutti i casi è stato osservato il mantenimento dei risultati raggiunti, in assenza di recidive. Non è stato osservato aggravamento della patologia nei casi di risoluzione parziale.

melasma superficiale della fronte

Fig. 1: melasma superficiale della fronte (T0)

melasma superficiale della fronte dopo 6 sedute

Fig. 2: melasma superficiale della fronte dopo 6 sedute (T1)

Discussione

La veicolazione transdermica si sta sempre più affermando come metodica sicura ed efficace, oltre che nel campo delle patologie infiammatorie osteo-articolari, anche in dermatologia e soprattutto nel trattamento degli inestetismi cutanei. Numerosi studi (29-34) hanno dimostrato come tale metodica consenta l’attraversamento delle strutture anatomiche epidermiche, sfruttando i meccanismi di interazione di un campo elettromagnetico con i tessuti biologici. Gli aggregati ionici e molecolari elettricamente carichi interagiscono con il campo elettromagnetico sia attraverso meccanismi di conduzione, che inducono nel tessuto correnti elettriche determinate dal movimento degli elettroni e degli ioni in esso contenuti, sia attraverso meccanismi di polarizzazione. In relazione alle bande di frequenza, i meccanismi di interazione si distinguono in meccanismi di interazione a bassa frequenza, in cui l’interazione è determinata dai campi elettrici e magnetici variabili che generano correnti nei tessuti, e meccanismi di interazione ad alta frequenza, in cui l’interazione è determinata dall’attivazione di stati di rotazione, vibrazione e allineamento delle cariche elettriche. Il sistema da noi utilizzato è in grado di gestire autonomamente e contemporaneamente gli impulsi ad alta e bassa frequenza con un duplice effetto che permette di ottenere sia la stimolazione dei tessuti con riscaldamento localizzato e allineamento delle polarità, sia la veicolazione dei principi attivi attraverso l’epidermide, con aumento della capacità di assorbimento. Attraverso il sistema di sicurezza integrato nel dispositivo, quest’ultimo è inoltre in grado di valutare costantemente la variazione di impedenza dei tessuti interessati e di correggere in tempo reale l’emissione energetica, permettendo in tal modo di ottimizzare la biostimolazione in modo automatico e garantire la massica efficacia clinica. L’azione sinergica del fitocomplesso e della metodica di veicolazione transdermica trova il suo razionale scientifico nel duplice effetto di biostimolazione dei tessuti con aumento della capacità di penetrazione attraverso l’epidermide fino a livello intracellulare, e di interazione del fitocomplesso a vari livelli della via metabolica della melanogenesi cutanea:

  • riduzione della biosintesi di nuova melanina attraverso l’inibizione dell’attività dell’enzima tirosinasi con un meccanismo di chelazione degli ioni rame;
  • riduzione della biosintesi di nuova melanina attraverso la competizione con la DOPA per il legame con i recettori della tirosinasi;
  • blocco delle reazioni di ossidazione intermedie della fase non enzimatica;
  • inibizione del trasferimento della melanina neoformata dai melanociti ai cheratinociti;
  • azione depigmentante delle lesioni presenti, indotta dalla trasformazione della melanina depositata nei cheratinociti in pigmenti senza colore.

Conclusioni

Le terapie convenzionali per il trattamento del melasma risultano lunghe, costose e spesso gravate da recidive (16,17,35,36). Per questo motivo, per raggiungere un buon risultato estetico, si stanno proponendo nuove metodiche caratterizzate da assenza di invasività, costi limitati e buona efficacia. Fra queste un ruolo di notevole rilevanza è svolto dalla veicolazione transdermica associata a radiofrequenza, che come è noto è in grado di interagire con i tessuti veicolando attraverso l’epidermide le sostanze a livello intracellulare. Tale metodica, assolutamente non invasiva, indolore e priva di effetti collaterali, non richiede anestesia e può essere condotta routinariamente in ambulatorio. I risultati osservati nel nostro studio mostrano una buona attenuazione delle lesioni ipercromiche rispetto alle lesioni iniziali. Il follow-up condotto a 1, 6 e 12 mesi ha mostrato una persistenza dei risultati ottenuti. La novità di questa metodica è data dalla possibilità di veicolare a livello intra ed extracellulare il fitocomplesso, potendo così interagire con il metabolismo della melanogenesi cutanea. A nostro avviso possiamo concludere che tale metodica si inserisce come nuova e valida alternativa nel trattamento del melasma, avendo mostrato buona efficacia, rapidità di esecuzione, sicurezza e costi contenuti, in totale assenza di invasività. È oltremodo opportuno sottolineare che l’esecuzione di tale tecnica richiede personale istruito circa i protocolli da utilizzare nei vari trattamenti estetici. Inoltre ci preme evidenziare come tale metodica, essendo di recente introduzione, necessiti di confermare i risultati da noi ottenuti con ulteriori studi.

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